“(…) E lo stesso con il” segno @ “che abbiamo acquisito alcuni anni fa. Fu il primo esempio di un acquisto di qualcosa che è di dominio pubblico. E quello che dico alla gente, è quasi come se fosse una farfalla che vola da e abbiamo catturato l’ombra sul muro, e solo stiamo mostrando il shadow.So in un certo senso, stiamo mostrando una manifestazione di qualcosa che è veramente importante e che è parte della nostra identità, ma che nessuno può avere. Ed è troppo lungo da spiegare l’acquisizione, ma se volete andare sul blog MoMA, c’è un lungo post dove spiego perché è una così grande esempio di design. ” Paola Antonelli
Ho apprezzato molto l’intervista con Paola Antonelli di Randall Packer su Talk to Me mostra, uno spettacolo innovativo che ha rivelato il ruolo della comunicazione in arte contemporanea e design.
Questa intervista e il Catalizzatori corso mi hanno fatto pensare molto, innescando off riflessioni sul rapporto tra arte, tecnologia e social network. A mio parere, social network e comunicazione online sono l’esternazione del nostro spirito del tempo. Sono un grande happening e narrazione collettiva.
L’arte non è interessato a costruire i codici sulla stabilità, si sofferma sulla indicibile, a tempo indeterminato, il caos, tipico della condizione di instabilità. Paradossalmente, la stabilità del pensiero deriva dalla instabilità del linguaggio comune, la pubblicità, la musica pop, chat, blog, social network, attraverso i quali emerge in forma simbolica una immagine abbozzata, ma non ancora definito, che esprime lo spirito del tempo.
L’ le parole sono dinamici, metaforico, allegorico e allusivo. Essi racchiudono una simbologia straordinario, secondo Wittgenstein, in ogni parola c’è un simbolismo nascosto che rivela la contraddizione, il non detto, l’indefinito. Dobbiamo mettere al “auscultazione” la nostra attenzione sulle parole perché danno voce a tutti quei rumori che non possono essere catturate da un metodo logico-matematico ordinario, che emerge al di là di tutti quei processi che non sono imbrigliati di un ragionamento logico.
I Mythos, che emerge come un linguaggio di immagine, è il preambolo di quello che sarà perché contiene la verità si è svolto in forma di immagini.
Secondo Platone con la lingua logos e mythos lingua, possiamo dire la stessa cosa: il logos è la parola nel suo formalismo astratto, il mythos è il linguaggio della narrazione. Il logos è il linguaggio del logico e rifiuta il pathos mentre la lingua mythos è caratterizzato dal pathos.
linguaggio della narrazione non è degradata, ma esprime la verità, la “voce fundi” del tempo attraverso le metaphorizations e per la sua capacità di affermare la verità, per due millenni, si è preferito il linguaggio logos. La storia ci permette di capire la nostra vita e lo spirito del nostro tempo attraverso la metaforizzazione degli altri.